Stupro ed abusi sessuali… la devastazione sottovalutata
Prescrizione… termine
assurdo per un evento indelebile, spesso trascinato nell’ombra di cassetti mai
riaperti per l’impatto devastante di una sofferenza senza fine…
Nella mia pratica professionale mi ritrovo spesso persone che hanno subito
abusi, violenze di ogni genere, intimidazioni, violenza psicologica senza fine
ed anche abusi sessuali e stupri. Sono memorie spesso sepolte, mai rievocate o
subito spinte nuovamente nel cassetto più recondito della memoria. Poi emergono
in una consultazione, quasi per caso, nel momento in cui la fiducia è creata e
la persona si sente a suo agio a parlare e dice quasi sempre “non l’avevo mai
confidato a nessuno”.
Aprirsi, ricordare,
permettere che una memoria così carica di devastazione, sofferenza e
distruzione è offrire a sé stessi di guarire, di lasciar andare, quasi fosse
una memoria impossibile da rilasciare, da tenere ben nascosta perché nessuno
sappia, perché nessuno possa giudicare.
La vittima, al giorno
d’oggi, ancora per lo più non compresa, soprattutto sé donna, subisce sempre
una seconda gravissima violenza: quella di sentirsi dire che è responsabile di
quanto accaduto, che il suo agire o comportarsi ha dato luogo all’evento, quasi
come se si volesse invitare un assurdo atto di violenza fra i più devastanti
fra quelli commessi dall’essere umano, spesso nel ruolo maschile.
La violenza, l’abuso,
lo stupro e la tortura sono azioni commessi da entrambi i sessi, ma sono
generalmente gli uomini vittime primi di assurdi sistemi di credenze che li
spingeranno in azioni apparentemente giustificate da pensieri del passato, di
controllo di massa, di potere, di guerra.
L’uomo moderno non sa
e non si ricorda delle radici della violenza e dello stupro e qualora non
abbiamo Consapevolezza e Padronanza dei propri pensieri ed emozioni, si spinge
in un’azione che ricorda come piacevole, colma di lussuria, di piacere, di
senso di ebbrezza e di potere. Quest’agire, retaggio di tempi in cui lo stupro
era strumento di controllo e potere sia durante le guerre, sia durante il
governare in modo brutale un popolo, ha sempre prediletto la donna quale
oggetto di violenza perché rimanesse al suo posto, sottomessa, umile, servile,
senza identità e desideri, se non quella di servire ed essere a disposizione.
La memoria occultata
dai secoli impedisce di ricordare quanto la donna era potente quanto l’uomo
prima di ogni progettualità di sottomissione, di strumenti di devastazione con
l’unico scopo di devastare il corpo, la mente e l’anima stessa.
Oggi l’abuso, la
violenza, lo stupro sono azioni usate con motivazioni superficiali quali il
potere economico, mentre dietro questi atti vi è il chiaro intento di devastare
proprio le generazioni più giovani perché siano devastate prima possibile, nei
primi anni di vita. Solo ora emerge l’informazione per la massa dell’assurdo
commercio di bimbi quali schiavi sessuali e di torture indescrivibili che li
conducono alla morte in breve tempo, quando non è la morte stessa il “prodotto”
in vendita in innominabili commerci per pedofili e sadici.
In tutto quest’orrore
l’abuso e la violenza sessuale è più comune di quel che si creda o non mi
ritroverei così spesso in studio testimone di atti che sono ormai quasi
considerati normali, come se fosse prassi subirli, spesso da membri della
propria famiglia.
Al di là dei sistemi
di pensiero distorti e di controllo che impediscono alle persone di ricalibrare
o rielaborare il punto di percezione di simili eventi, sia nel ruolo di
vittime, sia nel ruolo di semplici ascoltatori, ci si stupisce di quanti ancora
non capiscano la gravità di quanto commesso.
Peggio ancora se chi
non ascolta è nel ruolo di giudice.
Spesso la reazione è
solo di giudizio, condanna ed odio per l’aggressore mentre la questione è
infinitamente più complessa.
Portare guarigione ad
una memoria sepolta in sé stessi, soprattutto quando è riferita alla sfera
sessuale, peggio ancora se commessa da persone delle quali dovevamo poterci
fidare, come un padre, un parente, un docente o un coach, è questione sempre
molto delicata che va affrontata sempre con estrema attenzione e delicatezza.
La parte di noi tanto
devastata dopo un simile atto si nasconde proprio perché in stato di grande
fragilità e sa per certo che il più delle volte sarà giudicata per quanto
accaduto. È fondamentale che si possa sentire al sicuro, compresa, mai
giudicata, che possa esprimere tutto ciò che sente nei confronti del proprio
aggressore, sapendo che qualunque emozione o pensiero emergano non saranno
giudicati, bensì ascoltati e compresi.
Sentimenti di odio e
vendetta sono sentimenti più che normali soprattutto per chi ancora non si è
offerta la possibilità di elaborare l’accaduto. Questi sentimenti sono spesso
quasi più “sani” di altri perché testimoniano le ancora presenti risorse di
reagire a quanto accaduto. Mentre i sentimenti che prevalgono dopo un evento
tanto devastante sono spesso di auto condanna, di senso di non valore, o peggio
ancora di voglia di farla finita.
La devastazione
vissuta dal corpo invade la mente ed il corpo non può che rimandare il vissuto
emotivo di una simile devastazione. Spesso la vittima spegne le emozioni per
non soffrire, ma così facendo “spegne” la propria vita, i colori che rendono la
vita terrena degna di essere vissuta. Quando il mondo emotivo è tanto devastato
o spento, il corpo quasi smette di comunicare con la mente ed inizia così
l’espressione devastante dell’emotivo non ascoltato in una serie di disturbi e
patologie senza fine quali compensazione dell’impossibilità di elaborare o
esprimere un dolore tanto devastante nascosto in sé stessi che implode nel
corpo.
I temi sessualità e
trauma sessuale sono certo fra i più delicati da trattare, proprio perché solo
da poche generazioni si è iniziato a parlare apertamente di sessualità e
sensualità, parlandone il più delle volte solo a livello fisico/anatomico,
mentre l’aspetto emotivo e la vera comprensione di cosa sia sessualità ed
energia sessuale sono temi non esplorati, per lo più relegati a discussioni il
cui tono è della battuta.
La sessualità e
l’energia sessuale in particolare sono invece energie primarie di creazione, di
creatività e relegarle a sciocche battute significa togliere il valore e potere
dell’energia stessa. Spesso le battute del resto nascondono blocchi ancora non
risolti, mentre la capacità di affrontare il tema in modo profondo, più
evoluto, anche se non intriso di serietà e tabù, è difficilmente riscontrabile
in moltissime persone che pur praticando sesso, non ne sanno veramente parlare.
Sciogliere i blocchi
di traumi sessuali, di abusi subiti è di primaria importante non solo per il
benessere personale ed il ritrovamento di un minimo di gioia interiore, bensì
anche per la salute che è spesso compromessa dopo questi eventi.
La salute compromessa
dopo questi eventi può solo essere risolta, sciogliendo il dolore trattenuto
nel corpo di quanto accaduto, senza necessariamente rivivere l’esperienza, ma
permettendo al dolore di emergere per liberare corpo, mente ed anima di tanta
sofferenza trattenuta.
Solo da poco sempre più
persone comprendono la necessità di affrontare le cause di quanto vissuto nella
propria vita. Sempre più persone comprendono l’importanza che qualsiasi evento
sia successo nella nostra vita, è necessario un processo di liberazione colmo
della comprensione ed apprendimento di come lasciar andare un evento senza
trattenerlo perché continui a riprodurre altre esperienze di sofferenza.
Il mio augurio è che
sempre un numero più grande di persone abbiano il coraggio di desiderare una
vita nuova, libera dei fardelli del passato colmo di sofferenza e riescano a
vedere in un percorso il potenziale di liberazione, invece di una qualche sorta
di calvario da affrontare. Permettersi di ritornare a vivere ed a gioire di
essere vivi sono solo i primi passi da muovere verso una nuova vita.
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Monica Scandella 2020
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